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Cap. Deuve cofféi valereunteforo: voi aitri Japete be
vender lavoftramercantia : la fpacciate con molta ripuia=
tione ecara; valendovi noléo della prodigalità.
Tur. Zlio PRÉ r0ne non à prodigo amante, mà à ben ve-
vo, che cioch'egli dons , il don liberalménte 5 Gfldefiders,
chequefa ee lo tenga per vero e feñeleamante, ilqual
monricer ca da lei altro che amore; nè vuole ch'ella ViVA à
ani flo » nèper fun cagionegli altri Juoi amanti fiano [cnc-
ciati Gp efclufs.
-Pol. Oh come à vigliacto coflui. La #2alvagità del fer=
witore alle voltenafce da guella del padrone.
Cap. Della verità non accade difputare,
Tur, Imiopadronenonracontaifuoi vanti, tome fane
noaltri, élefuebravure, col voler tagliare e 2nettere &
Juoco ogni cofa: nèvuole quel ch'ells non vucle, come fà
aleuvo. Mè gli ben il vero, che quandonon le è moleffo, e
quandocllavuole, és hacommodità, gli bafla all hora di
effére in cafa accettato.
Cap. Coffui fa molto ilSer [accente, procurando cofi bene
Lintereffe del fuo padrone., .alz ando lui Gabbana altrui.
Mè à fèdiCavaliero, meriterebbe anofcherxo da me; mè
Lafalvo, per efère alla prefènzs di chi egli è.
Pol. E infpportabile veramente & molto licenfiofe: à
fe digalant buomo ; che ti cafligaremo , Je non parli ad al-
20 7040:
Tur. ji miè Gyue ancor cp io fiaférvitore, à parlar
conte, Polpetta, perche trà Égentilhuomini [ei infame, trà
Soldari ifvergognato » tri fervitorint preféntuofe e lecca-
piatti sd ultimamente rrè élpopolo un giocolaro un bnffo
ne: perche non fai cofa mai fe non ber la gola, per adntatione,
che fon quelle due cofe, che ti vanno Mantenendo : dé in TA
ma tu fei huomo dellapiè Vile conditione di tutti gli huominé.
Pol, Quefe ing: Pie m0 fono fatte à me, mà à voi,
Signor Capitaï0 ; toich'io vivo Jotto la grandez za della vo-
fra ombra.
Cap. Giuro almondo , che F'uccido, Turcherto,
Aur;,
RSR 70:
Aure Non, pet amor mio, Signor Capitanos
Cap. Gl fia fatta lagratia.
Pol. E flata una granventura latums
Tur. Non vi vd render gratie perd.
Cap. Hor andiano, Sivnors. à
Aur. Jomenerd dentro la mors, é» infieme comanderè
quello, ch io voglio che di lei fi faccia, n vero fuori fabito.
É Cap. Meglio à ch' io mene vada: tu, Polpetta , afpetta la
Signora, Gr fallela corteinnanzi. ;
Tur. Sé, perche non > cofa conveniente, che un Capitano
Vada per ln via con l'amica.
Cap. Tuhaitroppoparole: con chicrediparlare, férvi
toraccio da niente ?
Pol. 4h,ah; ab,ab, 4h, ah.
Cap. Edicheriditu? : L
Pol. Rido» perche à coffui non à reftato fangue adoffo di
AUTA
Tur. Oime la gamba.
Pol. E #ihafatto ricordare dell’ altrogiorno >quando e.
avatein colera con quelgaleotto , che vi haveva detto ava-
ro, chelo gettafle con un calcioismare, dx percid facefle
ridere tutta la brigata: mèecco la Signora che viene.
Cap. Tu, Polpetta,corri innanxi, che farà ilmeglio; efa
theogni cofa Jia inpronto, perche s10n fi faccia dimora aleu-
24ñell andare à tavola:-io pur vero con la Signora.
Pol. Jomene vd dunque.
Tur. 12bocca al lapo:
ur, Facheïs habbibencurs d'ogni cofa, Dippa , Cr con
diligenza; Rperaverturail Signor NicandroCaraff veniffe,
7 Pia vece pregalo primieramente ; ch'egli afpetti un pocos
Re “era l'afettare cheritorni: & fe sunges
» Mmenalo à mein cafn del Signor Capitano.
Pip. S'egh wolefe entrare in cafaper afpettarvir volete
voi ch'io loraccolga à
Aur. Horsk beflia , io vole
à pur dire 701 sd che altyo,
Ohhabbienre» che quel fancints piaallgra; Gfrche
quellà
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