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212 COMPLIMENTE 4h
bamente, quando non conofceffé ch ella mi ha prive ÿ
fua prefinza » perche con ragione me n'ha riputat
degno.
ans radegno ne fui dichiarato io dalla mia mala fort
na, quando per chindermi Padito à queffo favore
senneoccupato in mille noiofe perturbationi. 4
Ant. Dirodunque, che la fortuna è fhata avArñ
col privarmi di lei, drè ffata cortefe à lei con l'ovviftl
diféurbo , cheV.S. havrebbe ricevuto da me. :ÀÀ
Ber. Se havelfi prefappolto di ricever diffurbo da f
favori, non mi fareiramaricato di quel’ impedimento »
ba voluto contendermeli. à
Ant. L'accidente in vero ha bavuto pi fenno sell
pedirla, che non hè havuto io nell' invitarla à tantt
commoditèe : #
Ber, Ouanto pin l'invito mi è flato prodigo della j
gratis, tanto pin l'accidente ff èmanifeftato invido del
gujio.
e P L'invito d ben flatorricco di ardire » mm porn
pouero didifcretione ; non bavendo havuto riguardo alk}
eccupationi, nèal fuo incommodo. à =
Ber. V.S.è ffataricca d'affetto nell invitare, dr ivp
vero diqualitadiatte à ricever quefto favore. j
Ant. V.S. cofi non volendo baovviato adun peccatle
vana gloria nel quale farei caduto, quando foff fratot
degno di tanta grazkia. j
Ber. La fcarfzxa del miomerito le haurebbe datal#
foluxzione di tal peccato. À
Ant. Sarebbe forfe fata la [ua gentilez ea affolutrib
alla quale chiedoperdono della mia ufata prefuntione. à}
Ber. L'errore che hù commeffo , nel prefumer vo
f congetturs dalla penitexa che hd fatro nel rite?
aiente. ”
Ant. Se VS. ba patito, pernon haverpotuto confit,
mi àpieno queftofavore, qual penitenza farè rate la 0
per non haver. potutoriceverlo pe
ITaALrANr 213
Ber.
Quanto y. s, ha patito per non haverpotuto con-
folarmi,
T ; x
pes alirétanto. gliene refto con obligo. Et le bacio le
Per rallegrarf della fatute di alcuno.
Ant S infinita confolationé in riveder V.S. con buona
Aalute,
5 nn : quaf difcernere, qual contento fa in
Re & à à conoféere me fiepè in bnon ffato, d'il
D a mia fanità fia da lei guflata con tanto af-
Ant, Et jonon sù qual fiapin confiderabile, à Paffetto
Cortefe, col quale V.S. ama i fuoi fervitori ; overo l'obligo,
he fa nafcere inme con queffieccefft di benevolenza.
Ber. Quanto V.S. mi confola colconfolarfi della profpe-
ris del mio flato, altretanto mi offende con l'obligarfs à
quel affetto che le devo.
Ant. Se una tanta benevolenxanonpudricever dame
alcuna imaginabile ricognitione d'affetti, à pure almeno il
dovere ch iole confacri una veridica confeffione di oblighi.
Ber. Amando io Ja falute diV..S. per l'intereffe del giubi-
L, che ne ricevo, non dil dovere che fi dichiari obligata
& chi fe li feuopre intereffato.
Lo se re Jon. cu amorevoliffimé
deb te nee ioblighi riei non fi devono fcoprive 1n-
rfodilei?
in a mp
ch iofento della fun fab maniere, dalle quali nafée ilesfe
te.
Ant, E à Fe 317
honore + He mañiere nom da alsro ricevono àl l'or
, &ll efer lodate da Lei à à lei
indri, ES la d on over à à lei
indrizr are à mie; oblighi. ei, perchen
Ber. Gli bonorewoli co fui FE 7.5. flodanoper fe ff »
Cofs com 2 n
f 2e anc0 per fe Ref hanmo virsndieccitarein me 4=
more indicibile Ver(e ‘di lei
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